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Fuschia Hutton

6 domande che devi farti prima di tradurre in inglese i post dei social media

Da ormai diversi anni ogni piano di marketing che si rispetti comprende anche le attività sui social media. Le piattaforme digitali, infatti, consentono a brand e aziende di entrare rapidamente in contatto con i clienti, potenziali e già acquisiti.

Se gestiti correttamente, i social media contribuiscono a guidare i clienti potenziali lungo il funnel di vendita, portandoli dall’awareness alla considerazione fino alla conversione.

Immagina di essere un’azienda del settore turistico oppure un retailer online che vuole attirare clienti dall’estero. Tradurre i post social in inglese potrebbe essere una mossa intelligente.

Anche se la tua clientela non si trova negli USA o nel Regno Unito, ricorda che molti europei, pur non parlando bene l’inglese, ne hanno una buona comprensione e leggono media in questa lingua.

Ecco alcune domande che ti aiuteranno a capire come muoverti per la traduzione dei tuoi post social.

Vale la pena far tradurre i post social a un traduttore professionista?

Come molte delle domande che mi vengono rivolte, anche qui la risposta è “dipende”. Dipende da chi sei, chi è il tuo pubblico e quali sono le sue aspettative, ma soprattutto quanto si rischia di fare scivoloni.

Pensa all’investimento che hai già affrontato per il social media marketing e la social media strategy. Se è cospicuo, non mandare tutto all’aria con una traduzione pedestre.

Se sai scrivere bene in inglese, potresti lavorare con un revisore madrelingua che darebbe una limatina finale alle tue parole prima della pubblicazione online.

Sei un singolo o un’azienda?

Se sei un grande brand che si apre a nuovi mercati, non puoi permetterti di sbagliare. Al pari dei testi del sito, delle pubblicità e di tutte le tue comunicazioni esterne, anche i tuoi social devono far presa sui mercati di destinazione, e cioè comunicare in modo appropriato per il nuovo pubblico.

Ma i social media non sono solo il regno dei grandi marchi internazionali. Ci sono anche gli influencer e i personaggi famosi.

Spesso gli influencer scrivono i post nella propria lingua e poi li traducono da soli in inglese per raggiungere un pubblico più ampio. Secondo me fanno benissimo: quando dietro a un brand c’è una persona sola, non c’è motivo di pretendere che scriva in un inglese impeccabile. A dirla tutta, sono proprio le piccole imprecisioni a conferire fascino e personalità.

Ma tutto dipende dal settore. Come professionista dei servizi linguistici, penso che non sarebbe il massimo se pubblicassi sui social in un italiano scorretto. Sebbene io di mestiere non scriva in italiano né traduca verso questa lingua, non vorrei dare una cattiva impressione. Una volta postavo in italiano su Instagram, non prima di aver fatto rivedere i miei testi a un collega di madrelingua italiana. Poiché però le persone che mi seguivano e commentavano più assiduamente erano soprattutto inglesi, alla fine ho deciso di postare solo in inglese.

Cos’altro stai facendo a livello di marketing?

Non ha molto senso tradurre i post social in una determinata lingua se non hai l’infrastruttura necessaria per supportarne i relativi utenti.

Se ad esempio posti in inglese ma il tuo sito è disponibile solo in italiano, rischi di generare frustrazione nei non italiani che ti leggono sui social media. Soprattutto se sono rimasti colpiti dai tuoi bei post su Instagram con testi in inglese.

La traduzione sarà postata insieme al testo originale o avrai due account social separati?

Una delle cose da decidere è se postare il contenuto tradotto insieme all’originale. Farlo sui social media che offrono molto spazio per il testo può essere una buona idea. Per facilitare i lettori di varie lingue, ti consiglio di usare gli emoji delle bandiere.

Il rovescio della medaglia è che in questo modo rischi di affollare il post e finire lo spazio a disposizione.

L’alternativa è gestire un account diverso per ogni lingua: una prassi particolarmente comune su Twitter, dove non c’è abbastanza spazio per twittare in due lingue.

Sei in grado di comprendere i commenti che ricevi e rispondere in modo appropriato?

In base alle dimensioni della tua azienda, potresti valutare la possibilità di assumere un social media manager madrelingua inglese.

Un social media manager non deve solo fare in modo che i contenuti siano adatti ai lettori di lingua inglese, ma anche creare engagement e rispondere ai loro interventi.

In fin dei conti, non c’è nulla di più fastidioso di un brand che posta e scappa senza mai rispondere ai commenti (soprattutto se positivi). Se ti comporti così, dai l’impressione di non avere molto a cuore il tuo pubblico.

La traduzione è davvero il modo migliore di comunicare in mercati diversi?

Un’altra domanda che dovresti porti è se ti serve una traduzione o un servizio che vada oltre.

Il pubblico inglese non capirebbe mai i riferimenti al Ferragosto, per cui se incentri una campagna social su questa festa difficilmente riuscirai a fare colpo sui non italiani. A meno che tu non lo faccia apposta e voglia far conoscere al pubblico inglese qualche curiosità della cultura italiana, ovviamente!

Un approccio sempre più diffuso è quello di lavorare con un traduttore-copywriter che si occupi della transcreation dei post social o degli articoli del blog. Un professionista che non tradurrà semplicemente i testi, ma prenderà le idee di base per creare qualcosa che funzioni per il pubblico di destinazione.

La conseguenza è che i tuoi contenuti social per l’Italia e per il Regno Unito potrebbero essere molto diversi tra loro. E sai che ti dico? Non è certo un male!